C’è qualcosa di profondamente vero e sorprendentemente attuale nell’aforisma attribuito ad Abraham Lincoln: “Procedi piano ma vai sempre avanti, mai indietro.” Semplice? Forse. Banale? Neanche per idea.
Perché se ci pensiamo bene, la vita non è una corsa, ma un cammino a ostacoli con terreno sconnesso, meteo incerto, e GPS spesso fuori servizio. Ecco perché vale la pena esplorare questo concetto con occhi nuovi, scarpe comode e magari anche una borraccia di ironia nello zaino. Viviamo nell’epoca della velocità: connessioni veloci, decisioni rapide, carriere lampo, relazioni mordi e fuggi. Ciò che si muove lento viene visto come sospetto: un computer lento è frustrante, una coda lenta è l’inferno, una persona lenta… eh, quella va motivata con un caffè. Eppure, la natura – quella vera, non quella dei documentari doppiati male – ci insegna che la lentezza costruisce mondi. Le montagne non si alzano in un weekend. Le querce non crescono in tre settimane. E no, anche il formaggio buono ha bisogno di tempo. Allora perché pretendiamo di diventare “noi” in sei mesi, risolvere la vita in un anno e capire tutto in un podcast da 10 minuti? Il mondo ci spinge a premere sull’acceleratore: “Muoviti!”, “Fai presto!”, “Sei già in ritardo!” Ma rispetto a cosa? A chi? A quale tabella di marcia cosmica che nessuno ci ha mai mostrato ma tutti sembrano seguire? La verità è che non c’è una linea del traguardo comune. Ognuno corre – o cammina – nel suo personale circuito di vita. Alcuni fanno giri larghi per ammirare il paesaggio. Altri tagliano per i campi e si perdono nei rovi. Ma finché si va avanti, si cresce. Ecco il punto centrale di Lincoln: il progresso, anche minimo, è comunque progresso. Ci sono giornate in cui l’unica cosa che riusciamo a fare è alzarci dal letto. E non è poco. Altre in cui affrontiamo il mondo con energia e idee brillanti. Poi ci sono i lunedì, che non richiedono commenti. In tutte queste circostanze, la cosa più importante non è quanto siamo veloci, ma il fatto di muoverci. Di non restare fermi, di non girarci indietro a guardare con rimpianto, o peggio, di non tornare sui nostri passi per paura. Il passato è lì, lo sappiamo. Lo usiamo per imparare, certo. Ma ci viviamo? No, grazie. A meno che non abbiate un camper del tempo targato DeLorean, vi conviene tenere gli occhi sulla strada davanti. Attenzione: tornare indietro può sembrare rassicurante. C’è sempre quella tentazione di “come stavamo bene quando…”. Ma attenzione al trabocchetto nostalgico.
Non siamo più le stesse persone di ieri. Tornare in un luogo emotivo o mentale che non ci appartiene più è come cercare di entrare nei jeans delle superiori: forse ci riusciamo, ma il risultato non sarà dignitoso. Ogni passo, anche il più piccolo, è una vittoria. Hai fatto quella telefonata difficile? Bene.
Hai resistito alla tentazione di rispondere male a chi ti ha irritato? Bravo.
Hai letto tre pagine di un libro invece di scrollare TikTok per un’ora? Eroe silenzioso del nostro tempo. Questo è andare avanti. Un passo alla volta. Magari a passo di lumaca, ma con direzione chiara. Chi cammina piano ha il vantaggio di guardare attorno, assorbire i dettagli, ascoltare meglio. E soprattutto, di cadere meno spesso. Chi corre sempre rischia di inciampare nei suoi stessi lacci. La costanza è una virtù dimenticata, schiacciata tra l’entusiasmo dell’inizio e l’impazienza della fine. Ma è lei che costruisce i ponti, che tiene insieme i progetti, che ci porta lontano. E ricordiamoci: anche le tartarughe vincono le gare, se l’avversario si distrae troppo. Lincoln non ci dice di ignorare il passato. Ci dice di non tornarci. Le esperienze servono per illuminare la via, non per costringerci a camminare all’indietro come dei gamberi esistenziali. Guardare indietro può servire, sì, ma è come controllare lo specchietto retrovisore: utile per orientarsi, ma se guidi solo guardando lì… prima o poi finirai contro un palo. E se vai avanti ma ti accorgi che hai sbagliato strada? Beh, congratulazioni: sei umano. Non è “andare indietro” tornare a un bivio per cambiare rotta. È avere il coraggio di rimettere in discussione. Non è un’inversione, è una revisione.
Lincoln parlava di crescita, non di testardaggine. Procedi piano, ma vai sempre avanti, mai indietro. È una frase che può suonare come un consiglio da biscotto della fortuna, ma contiene un segreto potente: la vita non premia chi arriva primo, ma chi non molla.
Chi inciampa, si rialza. Chi rallenta, ma continua. Chi sa che il tempo non è un nemico, ma un alleato se impariamo ad ascoltarlo. Quindi vai, anche oggi.
A piccoli passi, con le tue scarpe magari un po’ consumate, ma ancora buone per camminare. E se ogni tanto ti fermi… fallo solo per riprendere fiato. Poi riparti. Sempre avanti. Sempre.
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