No social: si party

I social network ci hanno invaso. Sono diventati il nostro primo caffè del mattino, la pausa pranzo, la buonanotte prima di dormire. Ci hanno convinti di essere strumenti indispensabili, moderni, imbattibili. Eppure, dietro le luci al neon delle notifiche, il meccanismo è sempre lo stesso: più tempo online, più dati da vendere. Un affare perfetto, ma non per noi. I social sono una vetrina elegante, lucidata ogni giorno. Da Facebook a Instagram, da TikTok a Twitter: ci mettiamo in mostra come manichini con il sorriso preimpostato. Pensiamo di condividere la nostra vita, ma quello che stiamo regalando è il nostro tempo, le nostre abitudini, persino le nostre emozioni. Tutto, ovviamente, confezionato e rivenduto al miglior offerente. Ogni foto postata sembra un gesto spontaneo, ma intanto qualcuno, da qualche parte, ci sta studiando come cavie digitali. E mentre rincorriamo like e cuoricini, i social si sfregano le mani. Ogni click è un jackpot per loro. Il mondo social è un circo colorato dove tutto appare perfetto: corpi scolpiti, viaggi da sogno, vite senza una piega. E se la realtà non è così scintillante, basta un filtro. Facile, no? Peccato che dietro quella patina dorata si nascondano ansie, insicurezze e, a volte, veri e propri disastri emotivi. Il confronto costante con standard impossibili logora, stanca, e finisce per farci sentire sempre un passo indietro. Ma i social non si limitano a mostrarci vite che non esistono. Sono anche terreni scivolosi dove inciampare è facile: fake news che si moltiplicano come conigli, profili falsi che spuntano come funghi, cyberbullismo che agisce silenzioso ma pungente. I social sanno essere amichevoli, ma sanno anche colpire basso. La vera dipendenza non è lo zucchero, è la notifica. Un like tira l’altro, come le patatine al bar: impossibile fermarsi al primo. È una trappola ben studiata, una continua iniezione di dopamina che ci rende schiavi di piccole gratificazioni istantanee. I ragazzi crescono così, tra una challenge e l’altra, pronti a rincorrere la prossima ondata di approvazione virtuale, spesso senza nemmeno accorgersene. Però c’è un pensiero che fa sorridere: immaginare un mondo senza social. All’inizio mancherebbe il classico scroll mattutino, come quando manca il caffè: un vuoto che si fa sentire. Poi però quel vuoto potrebbe trasformarsi in spazio. Spazio per respirare, per vivere davvero, per tornare alle chiacchierate faccia a faccia senza bisogno di filtri bellezza. Con meno like e più strette di mano, le relazioni potrebbero tornare al centro della scena. Potremmo riscoprire la lentezza di una telefonata, il piacere di scrivere una lettera, la magia di una conversazione senza distrazioni. Il tempo recuperato potrebbe essere investito in tutto ciò che i social ci stanno rubando: creatività, sport, studio, arte, pensieri lunghi. Ovviamente non sarebbe una passeggiata. I social, volenti o nolenti, sono diventati anche strumenti di lavoro, canali di informazione, veicoli per le grandi cause. Senza di loro, servirebbero nuove strade per comunicare, per organizzarsi, per farsi sentire. Le aziende dovrebbero reinventarsi, i movimenti sociali cambiare ritmo. Insomma, un po’ di sana confusione iniziale sarebbe inevitabile. Un mondo senza social potrebbe significare anche meno rischi per la privacy. Con meno dati in circolazione, meno possibilità di cadere in trappole digitali. Ma la velocità con cui oggi le informazioni viaggiano potrebbe rallentare e, forse, non sarebbe del tutto un male. Prima dei social le persone si parlavano, si guardavano negli occhi e le notizie si leggevano sui giornali. Non era l’età della pietra, era semplicemente un tempo più umano. Forse le generazioni future, senza social, tornerebbero a coltivare proprio quell’umanità smarrita, sviluppando un pensiero più critico e meno dipendente da glitter virtuali. Certo, non basterebbe spegnere un’app per risolvere tutto, ma forse smettere di rincorrere un like potrebbe farci scoprire che il vero party è quello che si vive fuori dallo schermo.

Published by

8 risposte a “No social: si party”

  1. Post molto bello e profondamente vero, soprattutto nella parte iniziale e in quella finale.

    "Mi piace"

      1. Anche tu sei gentilissimo a rispondere sempre ai miei commenti. Buona giornata amico mio! :)

        Piace a 1 persona

  2. c’era una volta… i ragazzi del muretto…

    "Mi piace"

  3. poi così social le persone non lo sono, racchiuse nei loro monologhi, poco disposte al vero dialogo e scambio, narcisisti ed un egoismo divampante malamente camuffato di stentorea simpatia omologata… insomma, viva la piazza d’una volta che ci arrivavi in sella alla bici

    Piace a 1 persona

  4. Buongiornissimo! Caffèèèè???

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Massimiliano Pesenti Cancella risposta