Il peso delle pagine vuote

In Italia, terra di scrittori immortali e di biblioteche intrise di storia, la lettura sembra aver perso parte del suo antico fascino. Eppure, tra scaffali colmi di pagine, tra le copertine colorate che occhieggiano dalle vetrine delle librerie, aleggia una domanda insistente: perché, nonostante tutto questo ben di Dio culturale, la gente non si appassiona alla lettura? Le statistiche più recenti ci restituiscono un quadro che, per chi ama i libri, è difficile da digerire. Secondo l’Associazione Italiana Editori (AIE), nel 2024 solo il 73% degli italiani tra i 15 e i 74 anni ha dichiarato di aver letto almeno un libro, anche solo parzialmente, nell’ultimo anno. Non solo: il tempo medio settimanale dedicato alla lettura è calato a 2 ore e 47 minuti, rispetto alle 3 ore e 32 minuti del 2022. Un declino lento ma inesorabile, che si riflette anche nella presenza delle librerie, sempre più rare, soprattutto nel Sud e nelle Isole, dove le vendite di libri si attestano al 19,3% rispetto al 35,8% del Nord-Ovest. In un contesto europeo, il confronto è ancora più impietoso: l’Italia si colloca tra gli ultimi posti, con solo il 35% degli italiani sopra i 16 anni che ha letto almeno un libro nel 2022, a fronte di una media europea del 53%. Cifre che pesano come macigni su una nazione che ha dato i natali a Dante, Boccaccio, Leopardi e tanti altri maestri della parola scritta. E allora, da dove nasce questa disaffezione? Forse è la velocità dei nostri tempi a rubare spazio alla lentezza della lettura, o forse è l’illusione di “sapere tutto” grazie a brevi estratti e frammenti trovati sui social network. Ma leggere è un’altra cosa. Leggere significa fermarsi, immergersi, lasciarsi portare lontano da parole scelte con cura, vivere vite che non sono la nostra, esplorare mondi che mai conosceremo davvero. La lettura è una rivoluzione silenziosa contro la superficialità imperante. A chi non vuole leggere viene rivolto un invito accorato: leggete! Non importa cosa ma leggete. Un romanzo breve, una raccolta di poesie, una biografia intrigante. Qualsiasi volume può essere la chiave che apre una porta su universi infiniti. La bellezza della lettura sta nel suo essere accessibile a tutti: non serve un passaporto, non serve una grande ricchezza, basta la volontà di farsi accompagnare dalle parole lungo sentieri sconosciuti. Gli scaffali di casa non dovrebbero essere solo ornamenti polverosi ma vividi luoghi di incontro con idee, sogni, emozioni. Le biblioteche non sono mausolei del sapere ma laboratori di immaginazione. Le librerie non sono soltanto negozi, ma templi della curiosità umana. Se oggi leggiamo meno, forse è anche perché abbiamo smesso di credere nella potenza trasformativa dei libri. Eppure, proprio nei momenti più difficili, un libro può diventare un amico, un rifugio, una fonte di ispirazione inesauribile. Ogni pagina letta è un mattone che costruisce il nostro pensiero critico, la nostra capacità di empatizzare, il nostro spirito libero. Non è troppo tardi per invertire la rotta. Anzi, mai come ora è urgente riprendere il cammino tra le pagine. I libri ci aspettano. E aspettano chiunque sia disposto ad abbandonare la paura, la pigrizia, la convinzione di “non avere tempo”. Perché il tempo per leggere è sempre tempo per vivere meglio. Non lasciamo che gli scaffali restino vuoti. Non lasciamo che il sapere diventi un lusso per pochi. Ricominciamo, una pagina alla volta, a costruire una società più consapevole, più curiosa, più umana. Chi legge, vive due volte. E questa è una promessa che nessun’altra esperienza può mantenere con la stessa dolce certezza.
“Non leggere è come non pensare: un popolo che non legge non saprà mai difendersi.”
(cit. Joseph Brodsky, poeta e Premio Nobel per la Letteratura)

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2 risposte a “Il peso delle pagine vuote”

  1. Nessuno legge ma tutti scrivono libri…

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    1. per fortuna c’è chi ancora fa entrambe le cose…

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