“Per poter cambiare le cose devi prima accettarle per quello che sono.”
Questa frase di Vianna Stibal sembra una di quelle massime da cioccolatino: breve, dolce e apparentemente innocua. Poi, quando la spacchetti bene, ti accorgi che dentro c’è una bomba a orologeria pronta a scardinare le tue convinzioni più radicate. E no, non puoi tornare indietro. Una volta che l’hai capita, ti cambia la vita. E il bello? È che all’inizio ti sembra quasi una fregatura. Viviamo nell’epoca del “cambia tutto e subito”, dove il mantra collettivo è “se non ti piace, ribellati!”. Non che sia sbagliato, ma ci siamo abituati a pensare che l’unico modo per migliorare la nostra vita sia combattere incessantemente ogni cosa che non ci sta bene: il lavoro, la relazione, il traffico del lunedì mattina, persino il meteo (che, poverino, fa solo il suo mestiere). E così ci ritroviamo spesso ad essere dei piccoli Don Chisciotte in guerra contro mulini a vento.
Sai qual è il problema? Che più resisti, più quello che combatti si radica. È un po’ come quando cerchi di spingere via un pensiero fastidioso: più lo spingi, più lui si siede comodo nella tua testa e inizia a mettere su famiglia. Accettare non significa arrendersi. Ecco, partiamo da qui. Accettare vuol dire osservare con onestà, senza filtri, senza pretendere che le cose siano diverse da come sono in questo preciso istante.
Significa dire: “Ok, questa è la realtà. Fa schifo? Forse sì. Ma è la realtà.”
E quando lo fai, accade qualcosa di straordinario: smetti di sprecare energia a combattere ciò che non puoi controllare e inizi a usarla per cambiare ciò che puoi trasformare. L’accettazione è la base di ogni cambiamento solido, vero, profondo. È la presa di coscienza che ti permette di partire da terra, e non da una fantasia. Perché, diciamocelo, è difficile costruire un castello se continui a negare che stai in mezzo alle sabbie mobili. Ora, ammettiamolo, ci sono situazioni che sono talmente assurde che, se non ci ridi sopra, rischi di sprofondare nella palude del vittimismo cosmico. Un esempio? Ti svegli, piove, il tram è in ritardo, il caffè è finito e l’unico biscotto rimasto ti cade a faccia in giù sul pavimento. La reazione classica sarebbe urlare contro l’universo e maledire il biscotto traditore. Ma se invece ti fermi un secondo e dici: “Ok, la vita oggi ha deciso di sfidarmi con stile. Accetto. E mi faccio anche una risata.” Non risolverà la giornata, ma ti cambierà la prospettiva. Accettare con un pizzico di ironia è un superpotere. Ti fa diventare leggero senza farti diventare superficiale. È come dire: “La vita è una partita difficile, ma almeno giochiamola con un po’ di humor, che sudare con il sorriso è comunque meglio che piangere in mutande.”
Molti non accettano la realtà perché aspettano che le cose siano perfette per essere felici. Aspettano il lavoro perfetto, il partner perfetto, il corpo perfetto, il conto in banca perfetto, il semaforo verde per trenta incroci consecutivi.
Spoiler: non succederà. E più aspetti, più alimenti l’insoddisfazione.
Accettare che la vita sia imperfetta è l’unico modo per smettere di vivere in perenne stand-by. Non è una resa, è un atto rivoluzionario. È come dire: “Le cose sono così, e io posso ancora scegliere di fare qualcosa di bello, di utile, di grande. Anche se il contesto non è Instagrammabile.” Prova a guardarti allo specchio e a dire, senza sarcasmo e senza maschere: “Mi accetto. Anche con le occhiaie. Anche con i sogni in attesa. Anche con le cicatrici.”
Sai cosa succede? Che smetti di trattarti come un progetto incompleto e inizi a considerarti un essere umano in cammino. E da lì, davvero, puoi cominciare a cambiare. Perché il cambiamento non nasce dalla lotta cieca, ma dalla lucidità di chi sa dove si trova e vuole, con rispetto, spostarsi da lì. Accettare per cambiare. Sembra un paradosso, e forse lo è ma è proprio nei paradossi che si nasconde la bellezza della vita. Se aspetti che le cose cambino per accettarle, resterai bloccato. Se le accetti, allora – e solo allora – puoi cominciare a cambiarle davvero. Quindi sì, la prossima volta che il biscotto cadrà a faccia in giù, fai pace con la gravità. E poi, magari, cambia biscotti. O cambia te. Accettare non significa arrendersi, ma smettere di illudersi. È riconoscere la realtà senza più perdere tempo a combattere l’inevitabile. È il primo passo concreto verso un cambiamento autentico e duraturo. Resistere continuamente a ciò che è, ci incatena. Accettare ci libera. Solo da quella libertà può nascere la trasformazione vera, quella che non si esaurisce nel primo ostacolo, ma che costruisce nuove strade. E allora, la domanda ora è questa: cosa nella tua vita stai combattendo da troppo tempo? Cosa puoi oggi iniziare ad accettare, con coraggio e magari con un pizzico di autoironia? Non aspettare domani per fare pace con la tua realtà. Comincia ora. Guardati, accettati, scegli di cambiare. Perché solo chi accetta, vive davvero. Solo chi vive davvero, cambia il mondo. E se cadi, almeno assicurati che sia per rincorrere la versione migliore di te. Vai. Inizia da qui.
Con un sorriso. Sempre.
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